SUMMER CAMP 2011

RELAZIONE GENERALE

PREPARAZIONE DEL CAMPO

Inizialmente si è pensato all’organizzazione del SUMMER CAMP 2011 come ad una continuazione e sviluppo dell’esperienza fatta nel 2010.  Pertanto si è cercato di valorizzare un percorso progettuale con i ragazzi che avevano partecipato alla prima edizione. In un primo momento sono stati analizzati e commentati insieme i risultati del questionario relativo alle loro impressioni sull’esperienza vissuta. Successivamente sono state concordate alcune attività di preparazione all’edizione 2011: sono stati individuati dei temi che potevano essere sviluppati in lavori di gruppo, per arrivare al summer camp con delle proposte da condividere con tutti i partecipanti.

Sono stati individuati e concordati i seguenti argomenti:

1)      Ambiente e territorio

2)      Sport

3)      Arte

4)      Internet

I vari gruppi, coordinati da referenti-formatori italiani, hanno delineato le piste da seguire, indicando anche le scadenze per le varie fasi del lavoro, prima dello svolgimento del summer camp 2011. Però, per vari motivi, non ultimo la difficoltà “logistica” a riunire i membri dei gruppi per problemi di spostamento nel territorio, non si è arrivati ad avere risultati sufficienti da inserire nel programma 2011.

Si è cercato di ovviare a questo limite, progettando un programma che comprendesse anche alcune  azioni che fossero collegate, quando possibile, con i temi già proposti ai gruppi di lavoro.

Nel predisporre il programma, si è cercato soprattutto di organizzare delle esperienze in cui i ragazzi fossero protagonisti.

LA SEDE: Scuola Elementare di Miricina

SITUAZIONE LOGISTICA

Per il Summer Camp 2011 si è dovuto rinunciare alla sede dell’anno precedente; perciò, a tre giorni dall’inizio delle attività, è stata individuata la scuola di Miricina, che abbiamo potuto avere a disposizione grazie alla disponibilità del direttore della scuola e del capo villaggio, i quali venivano già da esperienze di gemellaggio con un comune italiano (Cadoneghe).

La scuola è vicina al centro  del paese, ma, col passare dei giorni, ci siamo accorti che essa è considerata, soprattutto dai giovani, “il” centro del paese.

L’edificio scolastico si è rivelato un luogo assolutamente adatto al tipo di attività svolte, essendo sufficientemente grande da permettere sia la divisione in gruppi dei ragazzi, che hanno potuto utilizzare spazi diversi, sia lo svolgimento di discussioni e attività plenarie. Particolarmente apprezzabile è stato l’uso sia della palestra, sia del campo da calcetto e del prato posti all’esterno: spazi nei quali i ragazzi hanno potuto praticare sport nei “momenti liberi”, ma anche nei  tempi organizzati (torneo di pallavolo), e dove qualche volta si sono svolte le attività formative.            

Qualche problema pratico si è avuto a causa dei materassini utilizzati assolutamente poco confortevoli, e per la carenza d’acqua (razionata durante la giornata), e per la scarsa disponibilità di docce. Tutto ciò è un motivo per fare in modo, per l’anno prossimo, di avere la certezza della sede con un sufficiente anticipo.

RAPPORTI CON LA COMUNITÀ LOCALE

Durante tutte le giornate del summer camp, sono stati continui i contatti con il direttore della scuola e con il capo villaggio, che hanno offerto una preziosa collaborazione e un’attenzione significativa per le attività realizzate. In più occasioni essi hanno espresso da un lato una sincera riconoscenza per quanto è stato fatto dagli italiani in passato, dall’altro il desiderio di ripristinare i rapporti con i volontari di Cadoneghe, il paese che era gemellato con Miricina.

Per quanto riguarda i giovani di Miricina, durante il campo è emerso un discreto interesse e una certa curiosità rispetto alla nostra presenza. Alcuni giovani ci hanno chiesto informazioni, esplicitando il desiderio di partecipare all’esperienza il prossimo anno. Durante le tre giornate essi sono stati protagonisti di alcuni momenti di aggregazione, sia per attività sportive (una sfida serale a pallavolo), sia  per una serata musicale in un clima generale partecipativo e conviviale.

ATTEGGIAMENTO DEI RAGAZZI

Come nell’edizione 2010, durante le giornate del summer camp il clima è stato disteso e amichevole. Durante le varie attività delle tre giornate, quasi tutti i partecipanti si sono dimostrati collaborativi e interessati; i ragazzi che già l’anno scorso avevano vissuto l’esperienza del campo (che sono poi quelli che meglio conoscono i gruppi di volontari italiani), hanno avuto in diverse occasioni un ruolo trainante per gli altri nel partecipare alle attività.

Le discussioni si sono svolte in modo ordinato; tutti hanno avuto modo di esprimersi liberamente, sebbene alcuni, più che altro per timidezza, si siano espressi solo quando interpellati direttamente. In alcuni casi i ragazzi stessi facevano notare l’importanza di tener conto dell’opinione di tutti, spingendo il gruppo a prendere decisioni aperte e condivise.

In generale, le regole durante le attività sono state rispettate, così come il ruolo degli animatori, sebbene siano emersi momenti di stanchezza generale che hanno suggerito di concedere più momenti di relax e intervallo. Questo soprattutto nelle ore serali: l’idea dell’attività dopo cena nel primo giorno (cineforum) non sembra aver riscosso successo. La sera viene vissuta come momento di convivialità e divertimento, da riempire con situazioni di musica e gioco liberamente gestite dai partecipanti.

TEMPO LIBERO

Come l’anno scorso il tempo libero è stato in parte lasciato alla libera gestione dei ragazzi, per dar loro la possibilità di potersi esprimere nelle attività che più erano gradite, mantenendo comunque delle regole (esempio: “non bere alcolici”).

Nelle pause durante le attività più impegnative i ragazzi si sono dati a forme ricreative autonome, partite a pin-pong, pallavolo, lunghe chiacchierate, e passeggiate in giardino.

I dopo-cena, invece, sono stati guidati in parte dagli animatori. Mentre l’iniziativa del cineforum non ha avuto successo, la serata dedicata alla musica è stata sicuramente più indovinata: tutti i ragazzi hanno partecipato attivamente, con la presenza anche di alcuni ragazzi del villaggio che ci ospitava, con i quali si è creata facilmente un’aggregazione positiva.

Nel complesso, i ragazzi visti nei momenti liberi si sono bene integrati fra di loro. Sebbene anche quest’anno il rapporto numerico fra la componente serbo-bosniaca e bosniaco-musulmana fosse molto sbilanciato, si è avuta una buona integrazione fra tutti i giovani partecipanti al campo.

ATTIVITÀ SVOLTE NELLE TRE GIORNATE

PRIMO GIORNO

Come nel summer camp del 2010, l’inizio delle attività è stato graduale, sia per la necessità di provvedere alla sistemazione logistica, sia per permettere ai ragazzi di ambientarsi con i luoghi e con le persone (non tutti si conoscevano tra loro prima di partecipare al campo).

La prima attività è stata di tipo “leggero”, quasi a forma di gioco, per portarli a cominciare a conoscersi memorizzando i nomi: già in questa fase alcuni ragazzi si sono fatti notare per la loro personalità spiccata e per il modo disinvolto di relazionarsi con gli altri.

Per responsabilizzare i ragazzi sono state illustrate le regole da rispettare nelle tre giornate; inoltre ciascun partecipante ha segnato su un cartellone la  propria disponibilità a svolgere mansioni di pulizia e servizio ai tavoli.

Quindi si è entrati nel vivo del programma, con due proposte che facevano leva sulla gestualità o sulla rappresentazione tramite oggetti. Con la prima attività i ragazzi hanno lavorato sui movimenti (corsa al rallentatore ecc,) per prendere consapevolezza del proprio corpo, mentre con la seconda sono stati invitati a rappresentare la propria concezione del potere mediante la collocazione di alcune sedie, un tavolo e una bottiglia d’acqua. Il livello di partecipazione è stato differenziato, in base alla maggiore o minore disinvoltura nell’esprimersi “in pubblico”. Tra i vari aspetti degni di nota, si possono evidenziare due cose: i ragazzi hanno percepito che si trattava di un’occasione per “riflettere”, e dalle varie rappresentazioni è emersa un’idea del potere in chiave esclusivamente negativa, sinonimo di abuso e sopruso sul più debole.

A questo punto è stata inserita un’attività più ricreativo-sportiva, con il primo incontro del torneo di pallavolo (ovviamente con notevole gradimento da parte dei ragazzi).

Si è tornati poi ad una situazione più impegnativa, illustrando l’attività del giorno dopo, che prevedeva un percorso di simulazione di attività politica: si dovevano individuare tre possibili  candidati leader di partito, i quali avrebbero presentato i programmi. Dopo tali presentazioni, gli altri ragazzi si dovevano aggregare liberamente ai tre partiti, per arrivare alla nomina dei rappresentanti di ciascun partito. I rapprsentanti avrebbero costituito una commissione incaricata di stilare un documento da proporre all’assemblea generale.

Nella parte serale, dopo la cena, la prevista proiezione del film “Il pianeta verde” (dall’ovvio messaggio ecologico) ha incontrato varie difficoltà, a causa del ritardo nella proiezione stessa e per la stanchezza da parte dei ragazzi. Pertanto l’interesse è stato molto scarso: ad un certo punto diversi ragazzi hanno lasciato la sala, creando momenti di tensione con gli animatori; alcuni, anzi, per sfogare la loro frustrazione o la loro protesta, hanno cominciato a bere birra, trasgredendo la regola di non consumare alcol nel summer camp. Ad un certo punto i ragazzi sono stati richiamati al rispetto delle regole ed invitati a rientrare. La visione del film si è conclusa “faticosamente” e con una partecipazione incompleta.

Nel momento della riflessione tra gli animatori, in tarda serata, si è riconosciuto che un’iniziativa impegnativa a quell’ora, dopo una giornata intensa, non era stata molto opportuna, e si è concordato di lavorare per recuperare un giusto atteggiamento da parte dei ragazzi nei giorni successivi.

SECONDO GIORNO

Per prima cosa si è fatto un richiamo, pacato ma fermo, sul dovere di rispettare le regole del campo, soprattutto sul divieto di consumare alcol.

Poi, nella prima parte della giornata si è voluto dare uno spazio ai commenti sul film, nonostante la deludente partecipazione della sera prima, per non dare l’impressione che si fosse verificato un completo fallimento. Dopo alcuni brevi interventi, si è deciso di passare alla fase successiva.

L’attività proposta era intitolata “LA BACCHETTA MAGICA”: durante l’esecuzione di un brano musicale i ragazzi dovevano muoversi “danzando” liberamente; allo stop della musica, il MAGO (cioè colui che aveva la bacchetta magica) doveva dare l’ordine di dialogare con la persona più vicina, su degli argomenti indicati dal mago stesso (ti piace viaggiare? Cosa fai nel tempo libero?)

Le tensioni sembrano stemperate e i ragazzi sono abbastanza collaborativi, nonostante molti abbiano dormito poche ore sui materassini poco confortevoli. Il gruppo non è ancora totalmente armonizzato, le persone tendono ad affrontare il gioco con l’amico/a di sempre, ma la partecipazione è consistente.

La seconda attività della giornata si è svolta prendendo in esame le frasi più significative delle varie canzoni che ciascun ragazzo aveva portato da casa (a dire il vero, molti hanno reperito la canzone sul momento, utilizzando le “scontate” opportunità di internet).

Le frasi scelte dai ragazzi sono state riportate su un cartellone; dal confronto è emerso sicuramente un ritratto giovanile e passionale, con al centro il tema dell’amore, del divertimento (dalla gita scolastica alla bevuta con gli amici al pub), e in qualche caso della contestazione sociale. E’ stata molto coinvolgente la discussione per la scelta della frase (e della canzone) ritenuta più interessante. La canzone scelta, “bolje biti pijan, nego star” (meglio essere ubriachi che vecchi), e il dialogo nato da questa attività, hanno aiutato il gruppo a trovare una propria unità ed identità operativa.

Nel pomeriggio si è dato ampio spazio all’attività “MOJA STRANKA ZA BOSNU (il mio partito per la Bosnia): tutto era finalizzato ad arrivare ad un documento utile per mettere la Bosnia in relazione utile con l’Europa e il resto del mondo. Nel documento dovevano essere stilate quattro liste riguardanti cose (anzi: valori) da importare o esportare

  1. Cose da importare da altri paesi in Bosnia
  2. Cose da non importare
  3. Cose da esportare dalla Bosnia verso altri paesi
  4. Cose da non esportare

Nonostante i timori degli animatori sulla riuscita dell’iniziativa, soprattutto per l’incertezza sull’atteggiamento dei giovani rispetto alla politica, l’attività si è svolta con successo. E’ stata molto valida la forte determinazione espressa dai tre candidati leader di partito nel presentare le loro proposte.

Dopo la presentazione delle proposte da parte dei canditati, ciascun partecipante ha deciso a quale “gruppo-partito” aggregarsi. I gruppi si sono riuniti per discutere sulle quattro liste, e alla fine hanno nominato due delegati per ogni gruppo, i quali si sono riuniti in commissione per stilare le liste che dovevano essere approvate in assemblea.

Vanno sottolineati alcuni contenuti emersi dalle discussioni, in particolare il dibattito tra i ragazzi delle due diverse etnie sul concetto di “diversità” e su ciò che la può trasformare in motivo di contrasto o di interesse. Conseguentemente,  il tema della varietà etnica presente in Bosnia è stato visto da tutti ancora come un valore prezioso e da difendere, anzi da esportare. Nota di demerito invece alla politica italiana che si offre al mondo (e alla Bosnia) come corrotta.

Mentre i sei delegati, riuniti in commissione, si dedicavano a concordare il documento da portare in assemblea, gli altri si sono dedicati a creare una canzone che sarebbe diventata l’inno del summer camp 2011, anzi l’inno per la GIOVANE BOSNIA.

Il dopo cena della seconda giornata è stato un momento di crescita dello spirito di aggregazione del summer camp. Come da programma, la serata è stata dedicata ad intrattenimento musicale: si sono esibiti alcuni musicisti tra i giovani partecipanti e tra gli animatori, ma soprattutto c’è stato il coinvolgimento generale nel clima di festa, di amicizia e di entusiasmo nel condividere emozioni e sentimenti.

TERZO GIORNO

La prima attività è stata la “CACCIA AL TESORO”: una parte del programma diventata appuntamento fisso, dopo la positiva esperienza dell’anno scorso. I ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo e con impegno convinto (dalle valutazioni effettuate si capisce come la caccia al tesoro sia stata una delle attività più interessanti, in quanto i ragazzi erano molto propensi a preferire giochi di movimento rispetto alle sedentarie discussioni). Forse, unica nota negativa, la presenza di solamente due squadre ha reso meno competitivo il gioco: una delle due squadre, infatti, non appena ha capito che erano rimasti indietro, si è un po’ abbattuta. Il gioco comunque è stato un momento unificante tra i ragazzi, proprio perché richiedeva un forte spirito di gruppo e la condivisione di capacità fisico-intellettive.

La mattinata è continuata con la conclusione dell’attività de “Il mio partito per la Bosnia”. I sei delegati, come deciso nel programma, hanno esposto in un grande cartellone la loro bozza di “Costituzione”. Sono riusciti a presentare abbastanza sinteticamente al resto del gruppo i punti decisivi emersi durante le discussioni. L’attività, come previsto, non ha richiesto molto tempo e tutti i ragazzi si sono dichiarati unanimemente concordi.

In tarda mattinata si è disputata la finale del torneo di pallavolo. Quando tale attività era stata prevista nel programma, non si era tenuto conto del fatto che i ragazzi delle squadre eliminate, o coloro che non avevano partecipato ai giochi, rimanevano senza nulla da fare.

Alcuni volontari, non impegnati nella finale del torneo,  hanno quindi subito cercato di attivarli e coinvolgerli nella preparazione di un logo per il summer camp. I ragazzi hanno fatto vari disegni, tra i quali poi è stata scelta l’idea di Samra che rappresenta una serie di mani sovrapposte. In modo molto creativo i ragazzi hanno elaborato tale idea iniziale e portato a compimento un logo stilizzato, da utilizzare nelle prossime edizioni del summer camp e in altre attività correlate. Il pomeriggio è stato impiegato per la sistemazione della scuola, e poi la giornata si è conclusa con la compilazione della scheda di valutazione da parte dei ragazzi, la consegna dei CD del Summer Camp 2011, il gadget-ricordo (un portachiavi), i ringraziamenti per le cuoche, per il custode della scuola, nonché per tutte le persone coinvolte e i necessari ed immancabili saluti, seguiti dalle infinite fotografie.

LA VALUTAZIONE DEI PARTECIPANTI

Come nella prima edizione, ai partecipanti è stato proposto un questionario, che serviva a raccogliere le impressioni sui vari aspetti dell’esperienza e le eventuali proposte per il futuro.

Le valutazioni sono state nel complesso molto positive, con qualche riserva da parte di alcuni (pochi) sull’attività di cineforum o sul gioco delle sedie.

Per il futuro: molti hanno detto che va tutto bene e bisogna continuare così; altri invece hanno chiesto di risolvere il problema dell’acqua e dei letti. Interessante la richiesta di avere più ragazze e partecipanti anche da altri villaggi.

Per i dettagli si rinvia alla scheda di tabulazione del questionario.

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